Il sale agisce sul cervello come le droghe


Uno studio pubblicato a Luglio 2011 dal “Proceedings of the National Academy of Sciences” spiega come l’uso di sale venga processato dal nostro cervello creando sensazioni di pacere e dipendenza (link PNAS) simili a quelle indotte dal consumo di stupefacenti.
Questo potrebbe aiutarci a capire come mai una alimentazione che comprende cibi salati sia spesso correlata ad una dieta instabile che porta ad un aumento del peso corporeo. Il senso di piacere stimola il cervello a richiedere altro sale che viene associato di conseguenza al cibo portandoci a continuare a mangiare anche se già sazi.
Mangiare salato incrementa inoltre la nostra ritenzione idrica che ci crea quel fastidioso senso di gonfiore.
Eliminando il sale si otterrà una immediata sensazione di leggerezza e la perdita di qualche kilo, se poi associato ad una alimentazione a base di frutta ed attività fisica il gioco è fatto!

Un consumo eccessivo di sale contribuisce alla generazione di malattie come ipertensione, osteoporosi ed obesità.

Scoprire ed imparare ad usare spezie naturali può aiutare a rendere i piatti più interessanti e saporti senza necessariamente ricorrere all’utilizzo del sale.

Ciao :)


into the Wild


oggi al ritorno dal mare ho visto la seconda parte del film “into the Wild” film che narra la vita di Christopher Johnson McCandless, (12 febbraio 1968 – agosto 1992). il film è del 2007 ed è scritto e diretto da Sean Peen.

è proprio il genere di film che mi piace, ti fa riflettere molto ed il lieto fine non è richiesto perché in fondo la vita è così, vera e cruda.

mi riprometto di vederlo dall’inizio, però voglio condividere una frase che mi ha colpito “la felicità è autentica solo se condivisa” … mi ci ritrovo al 100%, io sono abbastanza solitario nella mia quotidianità, cerco appositamente di isolarmi per capire meglio ciò che accade dentro ed attorno a me, sono continuamente alla ricerca di qualche evento che generi  felicità ed appena lo trovo, beh cerco la persona a me cara per poterne condividere la gioia


Scomodi nella Zona di Comfort


“se fai quello che hai sempre fatto otterrai quello che hai sempre ottenuto” – Anonimo

Nella vita privata come nel lavoro tendiamo ad essere abitudinari. Troviamo un equilibrio più o meno precario e vi ci adagiamo. Spesso ci lamentiamo della nostra situazione, della nostra posizione, dei risultati che otteniamo (o che non otteniamo), nonostante ciò decidiamo di non cambiare, di non procedere, di non progredire “tanto non posso farci nulla” “per adesso va bene così” “poi si vedrà” …

Ebbene SI, siamo bloccati nella Zona di Comfort !

Pensiamo a questo: pronunciando “Zona di Comfort” intendiamo una situazione di benessere, uno stato di pace e felicità. Allora come mai siamo scomodi nella nostra Zona di Comfort? Eppure abbiamo scelto noi che stiamo bene dove siamo, altrimenti ci sposteremmo! Giusto? Beh molto spesso la risposta è SBAGLIATO. Portare cambiamenti, modificare le nostre routine viene considerato molto difficile, quasi impossibile. Riteniamo di essere troppo di fretta, troppo impegnati per poterci fermare, analizzare e portare il cambiamento dovuto. Non dobbiamo dimenticarci però che stiamo parlando della nostra vita, del nostro tempo e della nostra felicità ed è importante capire che solo noi abbiamo la possibilità e il diritto di segnare la strada che vogliamo percorrere.

Quindi, forza e coraggio! Infiliamoci un paio di scarpe comode ed andiamo ad esplorare quello che c’è al di fuori della nostra Zona di Comfort, eventualmente troveremo un posto più comodo!

Ancora una volta, non chiediamo troppo a Noi stessi, iniziamo con cose semplici, facciamo una lista di 3/5 situazioni in cui ci vediamo platealmente adagiati nella Zona di Comfort, identifichiamo quello che potrebbe essere un modo alternativo per affrontare quella situazione e facciamolo, facciamolo ORA!

Spesso comunicare le proprie intenzioni ci motiva a perseguirle con maggiore impegno, quindi Vi invito a riportare in forma di commento a questo articolo un Vostro percorso al di fuori della Zona di Comfort ed a condividerne il risultato.

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Micro Obiettivi


Come si deduce dai post precedenti, sono un promotore del pensiero positivo. Ritengo sia importante affrontare le sfide quotidiane con un approccio positivo, energia, fiducia in se stessi. E’ vero però che come alleniamo il nostro corpo prima di una gara importante dobbiamo fare altrettanta attenzione a come prepariamo la nostra mente.
Uno dei metodi vincenti è quello di porsi dei micro obiettivi che ci aiutano a colmare il tempo che ci divide da un macro obiettivo che magari tarda ad arrivare e che ci procura dei cali di umore e perdita di fiducia in noi stessi.
Prima di iniziare è importante sapere che uno dei requisiti indispensabili per fissare un obiettivo, micro o macro che sia, è quello di essere misurabile. Meno saremo precisi nel definirlo più possibilità avremo di perdere l’entusiasmo nel raggiungerlo e come conseguenza potremmo interrompere il nostro percorso verso il successo.
Voglio dimagrire, devo bere più acqua, voglio passare più tempo con la mia famiglia, sono tutti obiettivi (o buoni propositi) molto comuni, ma tutti condividono lo stesso tranello: non hanno un riferimento che ne identifica il risultato che vogliamo ottenere. Diamo quindi una dimensione a quanto vogliamo raggiungere ed il primo passo nella direzione giusta è fatto!
Cambiare “devo bere più acqua” in “devo bere 6 bicchieri d’acqua al giorno” ci da la possibilità di tenerci sotto controllo, di monitorare i nostri progressi, spronarci ed impegnarci, tutto questo perché sappiamo dove stiamo andando e dove dobbiamo arrivare. Quando, magari sforzandoci, buttiamo giù il sesto bicchiere lo guarderemo ed esclameremo “Ce l’ho fatta!”
Porsi dei micro obiettivi quotidiani ci aiuta ad alimentare la fiducia in noi stessi e raggiungerli ci da immediatamente una sensazione di benessere e felicità.
Nel momento in cui riusciamo ad aumentare il nostro benessere mentale saremo più preparati ad affrontare sfide più complesse e difficili, che richiedono più energia e tanta stabilità.
Non pretendiamo troppo da noi stessi, aiutiamoci con i micro obiettivi, alleniamo la nostra mente a spingerci sempre un po’ più in la.
Ci troveremo un giorno a raggiungere obiettivi che oggi pensiamo impossibili.

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Benjamin Wallace on the price of happiness


Condivido questo interessate TED video :


Minimalismo delle Emozioni


Secondo giorno di mare e mi sembra di non essere mai rientrato al lavoro. È incredibile l’influenza positiva che ricevo da questo posto. Svegliarsi la mattina e fare colazione in spiaggia ha un valore inestimabile. Pochi ombrelloni e ancora meno gente, musica lounge che viene piacevolmente diffusa dalle casse e a pochi metri il mare calmo che dipinge l’orizzonte di blu.
Non penso a “sarà una giornata fantastica” ma affronto ogni momento con consapevolezza e cerco di apprezzarne ogni istante, così ogni istante è fantastico!

È una sorta di minimalismo delle emozioni, provarne poche, piacevoli e farle durare il più a lungo possibile (scriverò ancora di questo nei prossimo post).

Quando si è in questo stato, i “semi cattivi” non ci devono spaventare, non c’è spazio per loro!

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Today OFF


Oggi sono OFF. Mare e relax.
Breve messaggio editato dal telefono per condividere questa immagine:

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Seme Buono e Seme Cattivo


Una delle mie passioni è leggere libri di sviluppo personale. Ne ho letti tanti e l’intenzione è quella di continuare a farlo.

Uno dei punti più comuni che si trova in queste letture, al di là del tema trattato come per esempio: parlare in pubblico, ricchezza economica, affrontare le paure, ricerca della felicità, nutrizione etc… è come l’essere umano possa influenzare la propria vita tramite il condizionamento (o allenamento) della propria mente. Io lo condivido al 100%

Pensate come potremmo affrontare uno degli eventi più comuni della nostra quotidianità, quando subiamo un torto per strada per esempio nelle due seguenti situazioni emotive:

a) abbiamo appena litigato con il nostro partner, abbiamo discusso e siamo in ritardo ad un appuntamento

b) abbiamo appena scoperto di aver un biglietto della lotteria vincente, ci fermiamo a parlare con un amico il che ci porta comunque ad arrivare in ritardo ad un appuntamento

Probabilmente, nella situazione (a) potremmo inveire contro chiunque ci tagli la strada o ci faccia il minimo torto e nella situazione (b) lasceremmo correre senza alterarci. Il punto è che in entrambe le situazioni abbiamo subito lo stesso identico torto, ma allora cosa cambia?

Cambia il nostro asset mentale, cambia lo spirito con cui affrontiamo la vita.

Altra domanda: ingerireste mai un bicchiere di veleno? beh spero proprio di no! Allora perché nutriamo la nostra mente con pensieri negativi? E’ la stessa cosa!

Possiamo vedere la nostra mente come un orto nel quale piantiamo dei semi, possiamo piantare semi buoni o semi cattivi ed in entrambi i casi ne raccoglieremo i frutti.

Vien da se che piantando i semi buoni raccoglieremo frutti belli, colorati, profumati e succosi; piantando i semi cattivi raccoglieremo frutti rinsecchiti, maleodoranti, di sapore amaro.

Dal momento che dipende da Noi e solo da Noi quale seme piantare, allora impegniamoci a selezionare quelli buoni ed a scartare quelli cattivi, ci vorrà del tempo, ma pian piano, prova dopo prova, seme dopo seme acquisiremo la tecnica che ci porterà a selezionare quello giusto in automatico.

Nutrire la propria mente di pensieri positivi ci porterà in breve a vivere in modo più felice e sereno, a dare meno peso agli eventi che ci circondano, ci farà sentire più liberi e saremo meno preoccupati dell’opinione degli altri su di noi.

Quindi, ogni mattina, iniziamo a piantare nel nostro orto un seme buono dopo l’altro e chissà magari un giorno il nostro piccolo orto si trasformerà in un giardino zen.


Routine e Abitudini


“La vita è troppo breve per non essere goduta a pieno”. Quante volte abbiamo sentito questa frase e magari spesso l’abbiamo ritenuta solo retorica?

Beh, devo confessare che con il passare del tempo questa frase mi sembra sempre più vera. Quindi ho iniziato ad osservare la mia quotidianità e il risultato è stato più che scontato … le routine ne fanno da padrona!

Per poter godere a pieno della propria vita dobbiamo essere in grado di poterne trarre il massimo godimento in ogni attimo e per fare questo bisogna togliere spazio alla routine e dare spazio alle buone abitudini (buone per noi).

Un primo aspetto è che la routine non ci fa vivere consapevolmente, le buone abitudini ci fanno apprezzare ciò che stiamo facendo. La routine fa si che ci svegliamo la mattina ed arriviamo a sera con la sensazione di non aver fatto nulla, le buone abitudini ci permettono di essere entusiasti degli avvenimenti della giornata. La routine ci rende passivi la nostra attenzione cala e ignoriamo ciò che ci accade attorno, le buone abitudini ci portano ad essere vigili e buoni osservatori.

Non servono cambiamenti radicali, ma l’importante è provare a sostituire una routine con una buona abitudine. Un passo dopo l’altro, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno.

Trasformiamo le routine in buone abitudini !

 

 


Quest’estate


Lunedì si torna a lavorare e guardando le tre settimane passate mi viene da pensare che questa sia stata la vacanza estiva migliore di sempre. Non ho un ricordo negativo, nemmeno uno!
Ho viaggiato e poltrito, mangiato e allenato, letto e guardato TV; la mia mente non lavorativa adora i reality e le promozioni pubblicitarie americane, rimango incantato per ore…che bello!

Chi come me è interessato allo sviluppo personale si spinge spesso a ricercare motivazione in personaggi noti o in attività estreme.
Oggi penso che la cosa più semplice sia osservare una persona felice … e mi guardo allo specchio.